
In Valle di Susa, alle pendici del monte Musinè, sono conservati due dei più importanti complessi residenziali extraurbani di epoca romana del Piemonte: la Villa romana di Almese e la Villa romana di Caselette. Gli scavi archeologici, condotti a partire dal 1972 prima dall’università di Torino, poi dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, hanno messo in luce due edifici diversi legati al medesimo fenomeno di occupazione dei limiti occidentali del territorio di Augusta Taurinorum, nei pressi della strada che conduceva ai principali valichi verso la Gallia e del confine tra Italia e provincia delle Alpi Cozie, con la sua capitale Segusio (Susa).
Villa romana di Almese
La Villa di Almese, in località Grange di Rivera, è un prestigioso esempio di villa padronale risalente agli inizi del I secolo d.C. Ciò che ne rimane, esteso su circa 3.000 metri quadri, è il piano terreno di un edificio che anticamente si sviluppava su più livelli sfruttando la pendenza del terreno. Dalle recenti campagne di scavo è emerso che l’accesso alla Villa avvenisse da monte, dove si è rinvenuto un vano d’ingresso con soglia e gradini in pietra. Sul terrazzo superiore si collocavano gli ambienti residenziali-patronali, decorati da intonaci dipinti e pavimenti a mosaico (i materiali erano probabilmente di provenienza locale). Le stanze di servizio (cucine, dispense, magazzini) e gli alloggi della servitù si articolavano invece al piano inferiore. Davanti al sito era probabilmente presente un giardino: un’ampia terrazza con una vista notevole. La Villa subì un grave incendio nel IV secolo d.C. e venne abbandonata. Fu riscoperta alla fine degli anni ’70 del XX secolo e a partire dal 1980 iniziarono gli scavi che la riportarono alla luce.
Villa romana di Caselette
Anche la Villa romana di Caselette aveva funzioni residenziali: venne probabilmente costruita per un Dominus in età Augustea con l’intento di affiancare alla zona abitativa anche quella produttiva, destinata alla coltura cerealicola. L’edificio doveva originariamente occupare un’area di circa 46×60 metri, ma non è ancora chiaro se tutti i lati del quadrilatero fossero destinati ad ambienti o se un’area libera centrale fungesse da cortile e disimpegno. Il settore che si è conservato meglio è quello settentrionale, in cui si dovevano concentrare gli ambienti residenziali e gli spazi di rappresentanza. Per quanto riguarda il settore meridionale, gli scavi hanno evidenziato tracce di impianti di riscaldamento a pavimento e piccole vasche, facendo pensare a un piccolo impianto termale.
Associazione Ar.c.A
La Fondazione Magnetto sostiene l’Associazione Ar.c.A che dal 2013 ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico, culturale, artistico, archeologico e paesaggistico di Almese. L’associazione è stata creata da un gruppo di volontari, alcuni dei quali sono impegnati nella gestione delle visite guidate alla Villa Romana di Almese e alla Villa Romana di Caselette. Proprio dalla necessità di sviluppare e potenziare la valorizzazione del sito archeologico di Grange di Rivera, è nata l’esigenza di dar vita a un progetto che si faccia carico di far conoscere le risorse storiche, architettoniche e archeologiche almesine, rappresentate dalla villa romana e dalla torre ricetto di San Mauro, e di dar vita a iniziative che ne favoriscano la fruizione, sia dal punto di vista delle visite guidate, sia da quello dell’organizzazione di eventi.
Maggiori informazioni
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